Forse lei un giorno si è svegliata, è andata dal padre armatore armeno e ha detto papà voglio fare la modella.
Il padre: ma amore ma no vedi bene è una vita sacrificata e tu non sei propriamente un sogno di ragazza.
Lei: io voglio fare la modella.
Passa il tempo e ai casting neanche la fanno entrare, allora va dal padre e dice: papà quanto costa la baracca di Gucci? Perchè o mi fanno fare la modella o me la compro.
Il padre, non potendo accettare un simile smacco, che cioè la figlia fosse rifiutata, va da Gucci tutto tempestato di gemme e pietre preziose e gli dice: we bello (proprio così ma in armeno) ma quanto costa la baracca?
Gucci si offende ovviamente, ma non al punto da rifiutare un trono armeno in oro zecchino del 533 a.c. in cambio della sfilata della figlia.
Quindi la figlia sale in passerella e come se fosse davvero il lavoro della vita, sfila come una principessa armena, fiera del suo singolare ma fighissimo aspetto.
Da quel giorno tutti a criticare quella modella, e poi a pensare ma guarda Gucci che avanguardia, che smart marketing, che attenzione alla proiezione di un modello di bellezza diverso.
E invece no, era solo che lei voleva fare la modella.
E questa storia, ovviamente immaginata, ci insegna che bisogna inseguire i propri sogni, come nelle migliori tradizioni Disney, ma anche che basta chirurghi estetici, la bellezza è innanzitutto essere se stessi.